venerdì 26 novembre 2010

Resto perché...

Resto perché sono nato in Australia, a più di sedicimila chilometri di distanza dal mio paese;

Resto perché i miei genitori sono andati via e dopo dodici anni sono ritornati: il tempo di fare i lavori più disparati e tre figli;

Resto perché mio fratello Luigi è andato via e dopo dieci anni è ritornato: il tempo di fare anche lui i lavori più disparati e, fortunatamente, nessun figlio;

Resto perché mio fratello Mario è andato via dodici anni fa e non è ancora ritornato, né credo mai lo farà. Ma lui “è figlio unico”;

Resto perché quasi tutti i miei parenti sono andati via e non sono ritornati;

Resto perché non sopporto gli occhi gonfi di ogni partenza;

Resto perché subito dopo la laurea un mio amico mi disse: “fossi in te scapperei di notte da questo paese di merda”. A tredici anni di distanza, per lui non sarebbe neanche una soddisfazione.

Resto perché noi calabresi “avimu a testa dura”.

Resto perché sono stato due mesi a New York, e mi è bastato;

Resto perché penso che qualsiasi lavoro è dignitoso, anche fare il barista con laurea, dottorato di ricerca e un paio di libri scritti;

Resto perché spero che prima o poi finiranno le amanti dei professori universitari da sistemare all’Università;

Resto perché, se andiamo tutti via, a chi lo lasciamo questo paese?

4 commenti:

Carmen ha detto...

Resti perchè in fondo stai bene là; resti perchè per andare lontano "ci vuole tanto troppo coraggio"; resti perchè per restare ce ne vuole ancora di più... Stimo la tua determinazione. Sono pienamente d'accordo sul fatto che ogni lavoro è dignitoso e che il paese ha bisogno di persone di un certo spessore per riprendersi. Un pò meno disillusa sulle amanti dei professori che, a mio avviso, sono un pò come i rotoloni Regina: non finiscono mai! Credo però che tutti noi abbiamo delle ambizioni, altrimenti non avrebbe senso nemmeno studiare, non avrebbe senso sognare. Credo che "tentar non nuoce", come hanno fatto i tuoi andando in Australia o tuo fratello Luigi andando a Milano. Non è detto che la felicità si trovi a km di distanza: a volte è dietro l'angolo, a volte non la vediamo per anni, e forse è proprio stando lontani da un posto che si capisce che ci può dare tanto. Ma cercarla non costa nulla. O meglio, costa sacrifici, anche grossi, che a volte si risolvono con un nulla di fatto. Ma non è mai inutile, non è mai un fallimento. Il paese "di merda", come lo chiama il tuo amico, non è così cattivo, non è così odioso, e ti assicuro che da lontano adesso mi sembra quasi perfetto. Manca solo una cosa al luogo che amo: non mi dà la possibilità di realizzarmi. Ma non solo il mio bel paesello. Anche le città lì danno poche possibilità. E non resta che fare la valigia e nascondere le lacrime alla stazione per non veder star male i propri genitori. E non resta che mostrarsi sempre forti, anche quando c'è solo voglia di scappare e tornare a casa. Perchè la mia casa rimane lì. I miei affetti rimangono lì. Dovevo scegliere se fare la valigia ora o tra un annetto. Ho deciso di anticipare i tempi. Dovevo scegliere tra la mia casa e i miei sogni. Ho scelto i sogni, ho scelto di darmi una possibilità. Ma il paese non l'ho lasciato. Non ho rinunciato a nessuno degli impegni che avevo lì. Non ho smesso di seguire gli avvenimenti, non ho smesso MAI di sperare di trovarlo migliore ogni volta che ci metto piede. Non ho smesso di dire la mia o di dare il sostegno e l'adesione a qualsiasi cosa che potrebbe rimetterlo su. E non ti nascondo che mi piacerebbe poterci stare un domani, con un lavoro e tante possibilità per i miei figli. Ma per ora so che non è così. Magari tra qualche anno mi accorgerò che tutto quello che voglio è lì, che mi basta un uomo da amare, la mia famiglia e un lavoro del tutto diverso da quello che ho sognato finora, perchè sarà quella la mia felicità senza prezzo, quella che cerco da sempre. Ma prima di accorgermene voglio non avere alcun rimpianto.

Cirano ha detto...

anch'io sono rimasto rinunciando a tutti i mie sogni migliori, perchè credo che la nostra Terra sia il sogno e l'utopia più grande....ma questa scelta non la riproporrò alle mie figlie.
Fabio Cuzzola

Laura ha detto...

Vado via perché non mi basta trovare un marito e avere dei figli per essere felice, non al momento. Vado via per cercare una mia realizzazione personale, di qualsiasi tipo. Vado via per provare ogni tipo di esperienza che restando non potrei provare. Vado via perchè amo conoscere persone nuove, gente che arriva da ogni parte del mondo. Vado via perché è questo il tempo per andare via. Vado via per realizzare i miei sogni. Vado via per ascoltare storie diverse. Vado via perchè c'è tanto...troppo da vedere. Vado via perchè devo farcela da SOLA. Vado via, come dice Renzo Piano,per curiosità non per disperazione, per capire il resto del mondo e per capire me stessa...poi potrò tornare.

Anonimo ha detto...

Sono rimasto col cuore.
Vale?

Mario, il fratello esule