domenica 23 dicembre 2012

Un tuffo nel passato, uno sguardo sul futuro

Torno sempre con gioia al liceo scientifico “Enrico Fermi”, che a distanza di venti anni continuo a considerare un po’ casa mia. Un luogo dello spirito che racchiude ciò che ero e quel che sono diventato anche grazie ai cinque anni trascorsi tra quelle mura. E poco conta se, all’epoca, l’unico istituto superiore del nostro comune non fosse ospitato negli attuali locali. Non si è mai palpitato per un vestito. Per l’anima che vi sta dentro, sempre.
Non ho trovato i miei vecchi professori; “don” Rocco ci ha lasciati ormai da diversi anni, “don” Nino e la “signora” (mai conosciuto il suo vero nome) credo si siano pensionati. Eppure sento quell’aria e la riconosco. Odore di gioventù, di sogni e di speranze, di banchi incisi col coltellino, di scherzi terrificanti, di sicurezza ostentata per nascondere paure inconfessabili, di storie d’amore che sembravano eterne, di ansia per l’approssimarsi dell’interrogazione o del compito in classe, di entusiasmo e di noia, di frasi “storiche” riportate sul diario, di allegria per un niente e di pianti per lo stesso niente che agli occhi di un adolescente spesso diventa (ed è) tutto.
Inutile dire che ho apprezzato le parole usate nei miei confronti dal professore Pietro Violi e dalla professoressa Carmela Cutrì. E va da sé che mi ha fatto molto piacere parlare davanti a tanti giovani dei miei libri e di questo blog. Mi hanno emozionato gli interventi di Gresy e di Maria Grazia, la freschezza sui visi dei ragazzi e delle ragazze del mio paese. Sono i volti di chi ha il dovere di sognare e dare una nuova speranza ai sognatori che fummo, quand’era giusto sognare perché, come per il viaggio, non è tanto la meta ciò che realmente conta, ma il viaggio stesso, il tragitto che si compie per giungere (forse) a destinazione. La ricchezza dell’uomo è il suo eterno interrogare la realtà che lo circonda e se stesso, alla ricerca di qualcosa che talvolta non si riesce a definire e che invece, semplicemente, è vita.
Ho incontrato la Sant’Eufemia di domani e, per me, è stato il più bel regalo di Natale. Non tutto è nero, non tutto è perso.




5 commenti:

Gresy ha detto...

E' inutile ribadirti il piacere che ci hai fatto nell'essere nostro ospite. Ci rivedremo ancora e, al prossimo incontro, saremo in numerosi..Grazie molte per la tua disponibilità.Ti auguro i migliori auguri per un sereno natale

Blackswan ha detto...

Auguro a te, al fratellone e famiglia un felice Natale, caro Dome :)

Domenico ha detto...

@Gresy grazie a voi e buon Natale... alla prossima!

@Blackswan grazie Nick, ricambio gli auguri: nerazzurri. ;-)

Unknown ha detto...

Dominic leggendo il tuo articolo sono affiorati un mare di ricordi....e non nascondo un velo di commozione...mi hai fatto ricordare di tutte le giornate spensierate passate accanto ai cari e vecchi compagni,alcuni diventati ormai parte della mia vita, altri passati e persi; della "signora" , sempre gentilissima anche se nemmeno io, come nessuno mai credo nella storia del liceo, ho saputo il suo nome...e "Don" Nino, non lo dimenticherò mai,anche se l'ho visto solo per sei mesi del primo anno.Ha regalato un paio di perle di saggezza, ma non voleva essere chiamato bidello e veniva sempre in giacca, con la sua Lancia Thema...è straordinario come tante piccole cose accomunino diverse generazioni!Grazie per aver risvegliato tanti piacevoli ricordi con il tuo articolo.

Carmen ha detto...

"Oggi parliamo di rifrazione e riflessione. Vedete fuori dalla finestra Don Nino che raccoglie le foglie? Ecco, questo è un esempio di illusione ottica". E ancora "Signora viditi ca nui jimu pe panini, ora tornamu. Se 'ncuna cosa chiamati!". Anni spensierati, anni intensi, pieni del "noi" che solo da ragazzi si riesce a concepire in maniera totalizzante e piena. La scuola, l'Agape e il coro. Una vita piena di impegni. Era tanta la curiosità che si riusciva a trovare uno spazio per tutto. Ricordo con piacere tutte le iniziative svolte al liceo, dall'organizzazione delle giornate della cultura (spesso incentrate sulla Shoah) agli incontri con gli scrittori del circolo "Rhegium Julii" (del quale l'allora preside, il prof. Cernuto, era membro), fino all'incontro con il giudice Gratteri (esperienza memorabile che mi ha lasciata senza fiato). Sono contenta di sapere che c'è ancora fermento tra le mura del liceo e sarebbe bellissimo poterlo estendere al di fuori. Propongo, per l'estate, un piccolo convegno gestito dai ragazzi. Si potrebbe discutere della storia del nostro paese e di come nel tempo esso è cambiato, di come lo vedono loro, di come lo vorrebbero. Domenic potrebbe essere il moderatore. Da questo potrebbe nascere un confronto con l'amministrazione e con le varie associazioni. Io ho buttato l'idea così... Spero di far venire voglia di fare a qualcuno... E poi si può dare una forma a tutto in corso d'opera.