venerdì 30 agosto 2013

La colonia estiva dell'Agape

A me piace pensare che non si tratti di una coincidenza. Che nelle nostre vite esista un filo che si srotola, mentre il gomitolo corre nella direzione opposta. Anche se poi, in fondo, non ci credo. Però – ecco – vorrei non fosse un caso che il trecentesimo post di questo blog si occupi della colonia estiva organizzata dall’Agape per i disabili.
Perché a quest’associazione – che ha ventidue anni e della quale faccio parte da tredici – devo molto: per l’opportunità che mi ha dato di impegnarmi nel sociale, per i rapporti di amicizia e condivisione che lì dentro sono riuscito ad instaurare, per tante piccole gioie che aiutano a dare un senso alla vita di molti di noi. Nel corso di tutto questo tempo, come è normale che sia, tanti si sono avvicinati all’Agape e altrettanti se ne sono allontanati: da ringraziare i primi come i secondi, perché una fiaccola è utile pure se brilla per un’ora soltanto, mentre può essere vana se rischiara il vuoto all’infinito.
Certo, i limiti e le difficoltà non mancano, economici e di organico. E con questi bisogna fare i conti quando si prepara un’iniziativa impegnativa come la colonia. Sono ormai lontani gli anni in cui si protraeva per l’intero mese di luglio, grazie alla collaborazione con l’Orfanotrofio Antoniano. Cento bambini più i disabili, con trenta-quaranta volontari che si davano il cambio, tutte le mattine e tutti i pomeriggi.
A causa del progressivo calo dei volontari per motivi di studio o di lavoro, dal 2006 l’associazione ha deciso di dedicarsi esclusivamente ai disabili. A volte affittando alcuni alloggi per una settimana (con conseguente pernottamento), altre facendo la spola tra Sant’Eufemia e Bagnara o Favazzina.
L’estate scorsa, per la prima volta dopo una quindicina d’anni, la colonia non aveva però avuto luogo. Parecchi di noi avevano vissuto l’evento come una sconfitta personale e come un torto nei confronti di questi nostri cari e sfortunati amici che attendono i volontari dell’Agape per andare al mare. Inutile girarci attorno: no Agape, no spiaggia. Questa è la cruda verità.
Qualche mese fa, dopo una rapida e per la verità non molto incoraggiante conta, si è deciso di riprovare comunque. Una settimana, dal 26 agosto al primo settembre. Anche a costo di non fare turni e senza per questo sentirsi particolarmente degni di lode. D’altronde, queste righe vogliono soltanto rappresentare un invito alla partecipazione, affinché la colonia estiva non rischi nuovamente di saltare in futuro, se continuerà a non esserci un ricambio generazionale.
Domenica si chiude, con un pranzo finale sull’Aspromonte e con la consapevolezza di avere fatto quel che bisognava fare. Niente di più.

sabato 24 agosto 2013

A.C. Eufemiese – 1980



Una formazione dell’Eufemiese scattata intorno al 1980, quando la squadra militava in Seconda categoria ed era composta quasi esclusivamente da giocatori di Sant’Eufemia.
Presidente, il compianto Peppe Surace, il quale per molti anni ha conservato la fotografia nel salone da barbiere di corso Vittorio Veneto che gestiva insieme a Nino Pillari, anch’egli purtroppo prematuramente scomparso.
“U saluni da chiazza” è stato per decenni un angolo caratteristico di Sant’Eufemia, teatro di aneddoti spesso incredibili con protagonisti personaggi della più svariata natura.
Un “luogo” che oggi ci manca, come tante altre testimonianze di una Sant'Eufemia più genuina e ricca di umanità.
Da sinistra, in piedi: Mimmo Gentiluomo, Peppe Surace (presidente), Nicola Tripodi, Salvatore Gerocarne, Antonio Pangallo, Massimo Garzo, Antonio Panuccio, non identificato, Pino Pellegrino, Vincenzo Villari (custode del campo), Raffaele Tripodi (allenatore), Franco Sgrò (dirigente), Vincenzo Tripodi (segretario).
Accovacciati: Mimì Tripodi, Enzo Luppino, Mimmo Cammarere, Mimmo Mileto, Alfonso Pellegrino, Mimmo Nolgo, Nicola Creazzo. 

mercoledì 21 agosto 2013

La macchina del tempo

Una trentina d'anni fa io e mio fratello Luis ci siamo centrifugati nella macchina del tempo...



... e questo è il risultato...

martedì 20 agosto 2013

A.C. Eufemiese – 1988



“Gli eroi son tutti giovani e belli”… e con un pallone tra i piedi sanno fare miracoli. Per un ragazzino le cose stavano così, almeno negli anni Ottanta.
Quando ancora la pay per view non ci aveva fatto venire la nausea per il calcio giocato, osservavamo i nostri eroi allenarsi, loro in una metà del campo, noi “esordienti” o “giovanissimi” nell’altra metà, cercando di carpirne i segreti. Poi, la domenica, tutti sugli spalti ad incitare i nostri beniamini: ecchissenefrega se era Seconda o Prima categoria (per diverse stagioni addirittura Promozione), in campi polverosi di provincia, mica il Bernabeu. Un giorno avremmo coronato il nostro sogno. Sogno di provincia, difendere i colori della squadra del nostro paese, giocare con alcuni di quelli che prima avevamo seguito con occhi incantati.
Nella fotografia, una formazione dell’Eufemiese che dovrebbe risalire al 1988, campionato di Prima categoria. Presidente il compianto Peppe Visconte, subentrato a Rocco Cannizzaro, timoniere della squadra per una stagione, dopo la tragedia che si portò via il presidente Pasquale Morabito e il cassiere Saverio Coletta.
Allenatore (e giocatore): Arturo De Forte. Tra gli altri dirigenti, il vulcanico Peppe Napoli, Pino Gelardi, Vincenzo Papalia e Franco Cuppari. Custode del “Claudio Morisi”, il mitico “professore” Peppe Fava. Da sinistra, in alto: Marco Roldi, Cosimo Nocera, Carmelo Occhiuto, “Melo” D’Aspromonte, Natale Imbesi, Peppe Carbone, Massimo Garzo.
In basso: Carmine Napoli, “Iaio” Villari, Marcello Sgrò, Peppe Spanto, Arturo De Forte, Nino Naso, Mimmo Nolgo.

lunedì 19 agosto 2013

Il mio ricordo di Pasquino Crupi

Pasquino Crupi se n’è andato. Ci sarà tempo per tracciare il profilo dell’intellettuale e del meridionalista senza riserve.
Ho due ricordi particolari. Uno legato alla mia infanzia, a quando il professore, insieme ai dirigenti provinciali del partito socialista, veniva spesso a Sant’Eufemia per incontrare i militanti nella sezione di piazza Matteotti che mio padre frequentava con una certa assiduità, nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Anni in cui il partito – qualsiasi partito – non era un comitato elettorale, ma uno strumento della “base”. Anni in cui il militante si sentiva investito di una responsabilità che trascendeva il proprio destino personale.
Nel momento della deflagrazione (tangentopoli) restò a sinistra, con i pochi che avemmo il coraggio di dire e dimostrare che un socialista mai avrebbe fondato un club di Forza Italia, come anche a Sant’Eufemia accadde, con la quasi totalità dei vecchi compagni passati armi e bagagli alla corte di Sua Emittenza.
Vicino a Rifondazione comunista e quasi sempre in polemica con i Democratici di sinistra, gli eredi di quel partito comunista che i socialisti videro sempre – con qualche ragione – come il proprio carnefice.
Il secondo ricordo risale a circa cinque anni fa. Andai a trovarlo e il discorso cadde su uno dei massimi esponenti del socialismo calabrese. Non ho mai sentito così tanto odio e rancore (sì, odio e rancore sono i termini più appropriati per descrivere la violenza delle sue parole) come in quell’occasione. E questo spiega molto del socialismo, della sinistra in generale e della autolesionistica guerra tra bande che storicamente ne costituisce il tratto distintivo.
Controcorrente, spesso scomodo, qualche volta livoroso. Come nell’ultima sua crociata contro le “sindachesse” dell’antindrangheta che sinceramente non ho ben compreso, insieme ad altre posizioni a mio avviso troppo manichee sul tema scivoloso della giustizia e del garantismo. Di certo, mai banale.
Amava questa nostra disgraziata terra. Mi mancherà la sua quotidiana “Luna rossa” su “L’ora della Calabria”. Alla Calabria mancherà un intellettuale onesto e raffinato.

domenica 18 agosto 2013

Il cavallo di Chiuminatto – Errata corrige

Nel corso della presentazione del libro fatta qualche giorno fa mi è sorto il dubbio di avere commesso una svista relativamente alla voce “via sergente Crea”. Sono andato a controllare e in effetti è così. Il tratto di via sergente Crea che oggi ricade all’interno della Pineta comunale è compreso tra via Fimmanò e via De Nava. A pagina 48 del libro ho invece scritto “tra via Fimmanò e via tenente Tropeano” (che è la parallela sopra via De Nava).
Come potete vedere dalla foto, io ho già corretto l’errore.
Se volete, passo casa per casa e provvedo di mio pugno!

mercoledì 14 agosto 2013

Il Terzo Millennio supera l'esame con Eduardo

La sfida questa volta c’era. Con se stessi, per carità. Più che altro per capire fin dove si può arrivare, pur nei limiti di una passione che non vuole e probabilmente non può diventare altro. Anche se ci piace pensare che un giorno il prodigio possa compiersi. Magari coinvolgendo altri interpreti, ragazzi che immaginiamo affascinati dal buon esempio di chi – facendo i salti mortali per conciliare lavoro, problemi e tempo libero – riesce ogni anno a stupire e ad offrire un prodotto di altissima qualità.
La rappresentazione teatrale messa in scena dall’Associazione “Terzo Millennio” in occasione della festa dell’emigrante fa parte a buon diritto del clou dell’agosto eufemiese. Una manifestazione giunta alla diciassettesima edizione, così come l’escursione naturalistica: altra iniziativa di grande successo dell’associazione presieduta da Francesco Luppino, che quest’anno ha avuto come scenario l’incanto delle cascate del Marmarico, a Bivongi.
Alla soglia della maturità, la compagnia teatrale ha voluto rilanciare. Sì, perché non era per niente facile “nascondere” le assenze dei bravissimi Paolo Occhiuto, Mimmo Ceravolo e Giuseppina Violani. Il rapporto tra attori e pubblico è un’alchimia che si basa sulla fiducia. Lo spettatore sa chi sale sul palco, l’attore sa cosa il pubblico si aspetta. Ecco il perché della sfida, in un momento di intuibile e comprensibile disorientamento.
Da qui la scelta azzardata di alzare l’asticella e misurarsi con i giganti del palcoscenico allestendo “Non ti pago”, commedia in vernacolo liberamente tratta dai tre atti scritti da Eduardo De Filippo nel 1940. La risposta del pubblico è stata più che positiva, considerato che oltre mille persone hanno gremito piazza Municipio (soltanto i posti a sedere, andati a ruba, erano circa 700).
Quel che più ha colpito è stata la perfezione dei tempi di scena, segnale evidente di un lungo e scrupoloso lavoro di preparazione. Un salto di qualità visibile nel ritmo incalzante, mai stanco, senza tempi morti: un soffio di leggerezza durato un’ora e quaranta minuti, dopo la puntuale presentazione di Martina Napoli.
Se rimpianto può esserci, è dettato dalla convinzione che lo sforzo organizzativo (regia, scenografia, costumi e musiche sono a cura dell’associazione) e la bravura di Francesco Luppino, Pina Marafioti, Chiara Albanese, Enzo Fedele, Ciccio Nolgo, Enza Saccà, Maria Iero, Rachele Pellegrino, Eurema Pentimalli, Domenico Rositano e Rossella Forgione meriterebbero di uscire dai confini comunali, come d’altronde è già avvenuto in passato.
Ma qua si torna alla questione iniziale. Cosa si vuole fare. Cosa si può fare.

lunedì 12 agosto 2013

Elvis Aloha from Hawaii

Quando sul giornale ho letto che stanotte (23.55 circa) su Rai2 il programma Leggende Rock proporrà il concerto che Elvis Presley tenne a Honolulu il 14 gennaio 1973, ripreso in mondovisione e seguito da più di un miliardo di persone, sono subito corso a prendere il doppio album uscito qualche mese dopo.
All’interno del disco, acquistato dai miei genitori a Carlton (Australia), dove siamo nati io, Luis e Mario, la frase “Elvis ti amo” in tutte le lingue del mondo.
E poi, a guardare con attenzione, i contorni dell’Italia ripassati con un pennarello, perché sapessimo dove si trovava l’Italia, la nostra patria di emigrati all’estero.
“L’Italia ha la forma di uno stivale”: eravamo già all’entrata di Sant’Eufemia e Luis chiedeva quando saremmo arrivati in Italia. Noi piccoli lo stivale non l’avevamo ancora visto.




lunedì 5 agosto 2013

Il cavallo di Chiuminatto alla pineta comunale


La presentazione del 18 maggio presso la sala del consiglio comunale si era svolta appositamente di mattina, per privilegiare la partecipazione dei ragazzi del liceo scientifico “Enrico Fermi”.
Già in quella occasione avevamo però preannunciato una replica da tenere nel mese di agosto, per dare la possibilità di essere presente a chi per impegni di lavoro aveva dovuto rinunciare, ma soprattutto per offrire una serata all’insegna della memoria ai tanti eufemiesi emigrati, che in questi giorni sono rientrati per trascorrere in paese le vacanze estive.

L’appuntamento quindi è per le 19.00 di domenica 11 agosto, al fresco della pineta comunale.
Vi aspetto
D.F.