C’è fermento o è solo ammuina? Guardando Tizio che parla con Caio, quello all’angolo della strada che dialoga fitto con gli altri, i due compari sulla macchina in giro per il paese, le riunioni carbonare che di carbonaro hanno tutto tranne che la segretezza dei luoghi e dei partecipanti, potrebbe sembrare che siano iniziate le grandi manovre in vista delle prossime elezioni comunali. Cosa ci riserverà il futuro non è possibile prevederlo. Troppo presto, troppa confusione, troppa approssimazione. La situazione è molto fluida. Almeno, così appare. Ma può darsi che sia in proiezione il consueto spettacolo dei cineasti della politica nostrana.
L’amministrazione Saccà è ai titoli di coda ed è tempo di guardare al futuro. Qualcuno ci sta già riflettendo. Anzi non ha altro pensiero, soprattutto perché per un giro è dovuto rimanere fermo ai box, a malincuore, per un forzato pit stop. Ne ha però approfittato per riallacciare qualche contatto bipartisan. E magari ripresentarsi come il nuovo. Non sarebbe la prima volta, e non solo a queste latitudini. In genere, il nuovo che avanza ha i capelli grigi, tinti o ne possiede pochissimi.
A memoria, chi ha ambizioni esce allo scoperto dopo l’estate. L’attuale è invece la fase dei guastatori, quelli che hanno un unico scopo, bruciare le possibili candidature in modo che, alla fine, qualcuno sia “costretto” al grande sacrificio: “mi sono dovuto candidare perché me l’hanno chiesto quasi in ginocchio”. C’è chi ama corteggiare, chi preferisce essere corteggiato e chi corteggia nascondendo il volto da cacciatore dietro la maschera della preda.
Si è sfiorata una lunghissima campagna elettorale, colpa dell’eccitazione suscitata dal rinnovo del consiglio provinciale che ha risvegliato istinti da tempo in naftalina, e si sta correndo il serio rischio di ritrovarsi con più pretendenti alla poltrona di primo cittadino che elettori. Un film già visto nel 2007, con la fantomatica terza lista abortita sul nascere perché, su otto promotori, sette aspiravano al vertice dell’amministrazione comunale. Todos caballeros. Qualcuno si è perso per strada, ma molti sono ancora in pista. Bisognerebbe rendersi conto che per guadagnarsi l’investitura è indispensabile avere un esercito dietro. L’orgoglio e le ambizioni personali non possono bastare, anzi andrebbero tenuti a freno. Anche perché l’autocandidatura non è per niente chic. Un moderno Copernico direbbe che occorre partire da un gruppo e da un programma, per poi procedere alla scelta del candidato più idoneo a rappresentare entrambi. Nell’ipotesi più striminzita, servono almeno i candidati al consiglio comunale. Tutt’altro che facili da trovare, soprattutto da quando i partiti sono passati a migliore vita e la selezione del personale politico-amministrativo predilige altri strumenti, trasversali ad ogni schieramento e imperniati sul rapporto personale, familiare o clientelare.
In questa situazione, quando i soliti noti avranno preso l’iniziativa, agli altri non rimarrà che accodarsi o defilarsi. E sul ponte di comando tornerà la calma: Tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa e chilli che stann' a poppa vann' a prora…
4 commenti:
Una volta tanto, però, non sarebbe male mettere da parte i soliti noti e dare una possibilità reale al nuovo che avanza (nuovo sul serio, anche con qualche capello bianco nel caso purché non dovuto alle "solite" lotte di potere degli ultimi anni)... Sensibilizziamoci a non fare sempre le prime donne (difettuccio che abbiamo in tanti in paese) e focalizziamo il bene comune. La "materia" per farlo c'è. Con un po' di buon senso sarebbe facile capire che va privilegiato chi ha le basi e le capacità per guidare l'amministrazione con criterio. Ma dovrebbe esserci anche voglia di cambiare... Voglio essere ottimista: mi aspetto grandi cose dalla prossima campagna elettorale. Spero di non pentirmi anzitempo della mia positività.
Carmen, condivido.Attenzione a non confondere il nuovo con l'anno di nascita e l'inesperienza o (peggio) la voglia di "arrivare", costi quel che costi. Amministrare non è semplice nè facile soprattutto in tempi come quelli che si apprestano...(finanziaria - e non solo- docet). Sono indispensabili "basi e capacità" come tu dici, ma altrettanto indispensabile è l'onestà intellettuale, il senso del "bene comune" e delle Istituzioni e la consapevolezza che essere sindaco, assessore o semplice consigliere comunale è, soprattutto, un onere (non solo un onore) che non può essere affrontato e tantomeno assolto con faciloneria o pressappochismo.Si rischia di "fare danno" e di risponderne personalmente, non solo di fronte ai cittadini.
A Domenique, complimenti per il blog.
a memoria d'uomo parlano prima, durante e dopo la campagna elettorale......
Condivido il prof. Ascrizzi quando dice che amministrare non è facile e che mettersi al servizio del bene pubblico deve essere un onere prima che un onore. Purtroppo, nella maggior parte dei casi non è così. Ovviamente, la carta d'identità non può risolvere tutto. Ma vecchio, secondo me, è un certo modo di fare politica, autoreferenziale e zeppo di secondi fini: la politica di chi vorrebbe, per esempio, farsi forte strumentalizzando la voglia di mettersi in gioco degli altri, per il suo interesse personale, per contrattare per sé un posto al sole. Bisognerebbe aprire le finestre e fare entrare aria...
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