lunedì 27 maggio 2019

Elezioni Europee – Sant’Eufemia d’Aspromonte: i risultati delle liste e dei singoli candidati



Votanti: 1211 (32,02%)
Schede bianche 14 (1,15%)
Schede nulle 32 (2,64%)

Voti attribuiti alle liste:
Forza Italia 335 (28,41%)
Lega Salvini Premier 277 (23,49%)
Movimento 5 Stelle 234 (19,84%)
Partito Democratico 168 (14,25%)
Fratelli d’Italia 105 (8,9%)
Partito Comunista 12 (1,01%)
La Sinistra 9 (0,76%)
+ Europa 8 (0,67%)
Federazione dei verdi 7 (0,59%)
Popolo della Famiglia 4 (0,03%)
Partito animalista italiano 2 (0,17%)
Partito Pirata 1 (0,08%)
Destre Unite-Casa Pound Aemn 1 (0,08%)
Popolari per l’Italia 1 (0,08%)

Preferenze assegnate ai candidati dei partiti che hanno superato lo sbarramento elettorale:

FORZA ITALIA: Lorenzo Cesa (191), Giuseppe Pedà (51), Alessandra Mussolini (29), Giorgio Magliocca (29), Silvio Berlusconi (27), Fulvio Martusciello (26), Beatrice De Donato (20), Caligiuri Fulvia Michela (14), Barbara Matera (1), Aldo Patriciello (1), Antonietta Pecchia (1);

LEGA: Andrea Caroppo (73), Matteo Salvini (56), Ilaria Antelmi (46), Giancarlo Cerrelli (33), Vincenzo Sofo (28), Massimo Casanova (11), Francesca Anastasia Porpiglia (8), Aurelio Tommasetti (1);

MOVIMENTO 5 STELLE: Laura Ferrara (148), Piernicola Pedicini (6), Chiara Maria Gemma (5), Rosa D’Amato (4), Isabella Adinolfi (2), Mario Furore (2), Vito Avallone (2), Mariano Peluso (1), Enrico Farina (1), Danilo Della Valle (1), Antimina Di Matteo (1);

PARTITO DEMOCRATICO: Massimo Paolucci (96), Lucia Anita Nucera (66), Andrea Cozzolino (22), Elena Gentile (17), Nicola Caputo (13), Francesco Antonio Iacucci 7, Gerarta Ballo (2), Franco Roberti (1);

FRATELLI D’ITALIA: Denis Domenico Nesci (33), Caio Giulio Cesare Mussolini (29), Stella Mele (26), Giorgia Meloni (23), Rosario Achille Aversa (14), Carmela Rescigno (12), Raffaele Fitto (10), Lucrezia Vinci (5).

giovedì 23 maggio 2019

Una favola di Pinocchio molto speciale



«Bravo, Pinocchio!» è stato un incontro generazionale che ha visto protagonisti i bambini della Scuola dell'infanzia cattolica "Padre Annibale" e gli ospiti della Residenza sanitaria per anziani "Mons. Prof. Antonino Messina".
Sono stati loro infatti ad interpretare i personaggi della celebre favola di Collodi e sono stati bravissimi.
Gli operatori della Rsa e il personale della scuola hanno preparato gli attori e curato la messa in scena; i volontari dell'Agape hanno invece fatto da voci narranti.
Un pomeriggio particolare, che ha suscitato nei presenti forti emozioni, ribadendo inoltre quanto sia importante la sinergia tra le varie realtà che operano nel nostro territorio.








martedì 21 maggio 2019

Vita da venire



Sorridono al sole scompigliati dalla brezza di primavera, irriverenti, fregandosene delle erbacce alte intorno. I papaveri sanno sfidare il vento e allontanare il presagio della sconfitta: resistono, senza temere la resa del gambo esile e dei petali sottili.
Stretti nelle mani di una bimba non sono un trofeo da innalzare. Si intonano con le labbra avide di parole nuove, di miele da mangiare, di fragole da baciare.
Rosso è sangue e orgoglio. E vita da venire.
«Rosso è il colore dell’amore», ce l’ha insegnato Pierangelo Bertoli.
Rosso è il sacro fuoco che tutto muove.
Ci facciamo cullare dal vento, con loro.
Danziamo, la mente rapita dalle macchie di porpora che si inseguono lungo i binari.
Una dietro l’altra, sogni o fole che si mescolano alla realtà e mettono i brividi.

lunedì 20 maggio 2019

Vent'anni fa l'omicidio D'Antona

Vent’anni fa le “Nuove Brigate Rosse” assassinavano in via Salaria, a Roma, il giuslavorista Massimo D’Antona, docente universitario presso “La Sapienza” e consulente del ministro del Lavoro Antonio Bassolino nel primo governo D’Alema. 
Pochi giorni dopo, con i pochissimi elementi che si avevano su quellomicidio eccellente, il primo dopo undici anni di silenzio della galassia post-brigatista, scrissi per il settimanale messinese “Centonove” un articolo che fu pubblicato sul numero del 28 maggio 1999.

 

domenica 12 maggio 2019

Il ricordo degli alpini eufemiesi della grande guerra nel centenario della costituzione dell’ANA



Sull’epopea degli alpini in guerra sono stati versati fiumi d’inchiostro. Emblematico il titolo dato da Paolo Monelli al suo libro di memorie sulla grande guerra (Le scarpe al sole. Cronache di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino), con l’accostamento tra muli e soldati che fa riecheggiare il “tasi e tira” legge del dovere di ogni alpino. E poi Mario Rigoni Stern, con la sua vasta produzione di racconti ed il capolavoro Il sergente nella neve, autobiografica narrazione della tragica ritirata di Russia nella seconda guerra mondiale, tema affrontato – tra gli altri – anche da Giulio Bedeschi in Centomila gavette di ghiaccio: «Gli alpini arrivano a piedi/ là dove giunge soltanto/ la fede alata», i versi che il “poeta” Pilòn dedica alla conclusione dell’odissea dei soldati italiani sul Don.
Ma la leggenda degli alpini continua ad alimentarsi nel servizio di protezione civile svolto in occasione di calamità naturali, come è accaduto nei sismi e nelle tragedie ambientali più recenti.
Essi rappresentano uno dei simboli identitari più forti della nazione italiana, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato all’Associazione Nazionale Alpini, che oggi concludeva a Milano la tre giorni di “Adunata del Centenario”: «Le Penne nere identificano una lunga e nobile tradizione di coraggio, sacrificio e dedizione incondizionata a servizio della nostra comunità, nel segno di una profonda e convinta affermazione della indivisibile identità nazionale e della solidarietà che affratella ovunque le genti di montagna».
Tra le genti di montagna con il cappello dalla penna nera, chiamate a difendere i confini della patria nella grande guerra, più di trenta furono valorosi soldati di Sant’Eufemia d’Aspromonte.
Anche per loro vale “La canzone alpina” del capitano Barbier, della quale qui si riportano le prime due strofe:

D’Italia siamo i forti e valorosi Alpin 
nel cuore abbiam l’ardor di sana gioventù 
Nostro è l’onor di vigilare sui confin 
e tal dover compiam con fede e con virtù. 

Dove il nemico dall’Alpi tenta di guardar 
pronto è l’accorrer nostro sempre forte in massa 
«Di qui non si passa, di qui non si passa!» 
da noi sente gridar! 

Sul totale di 88 eufemiesi caduti, quattro appartenevano a reparti alpini: di Giuseppe Amuso (classe 1897), che morì nella disfatta di Caporetto, non fu mai trovato il corpo. In ospedale, per malattia, morirono invece i due ragazzi del ’99 Sebastiano Denaro e Agostino Fava, rispettivamente a Messina e ad Aosta. Mentre Francesco Larizza (1885) “versò il suo sangue per la grandezza della Patria” sul Monte Fior (Asiago), dove “rimase ucciso da proiettile nemico”.
Cinque i feriti in combattimento: Francesco Caruso nel 1916; Gaetano Cammarere, diciannove anni non ancora compiuti quando prese parte ai combattimenti fra la Val Brenta e il Piave di dicembre 1917; Rosario Panuccio e Vincenzo Conte sul Monte Vodice, nel corso della Decima battaglia dell’Isonzo; Rocco Fedele sull’altopiano di Asiago.
Quattro caddero prigionieri del nemico: Vincenzo Conte nella Seconda battaglia delle “Melette”, Cosmo Luppino a Monte Fior, Cosmo Viviani sull’Ortigara, Vincenzo Larizza nella ritirata di Caporetto.
Tutti patirono la rigidità degli inverni di guerra sulle montagne: febbri, bronchiti, polmoniti ed altre patologie legate al freddo erano all’ordine del giorno; ma Antonino Carlo sull’altopiano di Asiago e Francesco Villari, sul Monte Pasubio, subirono anche il congelamento dei piedi.
Due penne nere eufemiesi furono infine decorate per meriti speciali. A Giuseppe Criaco (1896) fu assegnata la medaglia di bronzo al valor militare: «Sia durante la postazione di perforatrice in zona battutissima dal nemico, sia durante il recupero di abbondante materiale di perforazione rimasto sotto il violento e preciso fuoco dell’artiglieria e fucileria avversaria dava prova di sangue freddo e valida cooperazione dei dipendenti (Costone Bocche-Pederobba, aprile-novembre 1917)». Antonino Tripodi (1899) fu invece insignito della medaglia di bronzo al valore civile: «In occasione di una inondazione provocata dalla piena dell’Isonzo avventuravasi con altri animosi militari tra le acque turbinanti e profonde per recare soccorso a 7 persone in procinto di affogare, dopo faticosi sforzi riusciva a trarre in salvo 5 dei pericolanti».

*Foto tratta dal sito dell’Associazione Nazionale Alpini: www.ana.it

sabato 4 maggio 2019

Mariella, la nostra piccola grande artista


Si è svolta stamattina a Palazzo Campanella la premiazione della XIII borsa di studio “Logoteta”, concorso organizzato dall’omonima associazione culturale e riservato agli studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di II grado della provincia di Reggio Calabria. Due le sezioni del concorso: sezione letteraria (Premio “Giuseppe Logoteta”) e sezione artistica (Premio “Paolo Mallamaci”). I concorrenti hanno dovuto realizzare un’opera letteraria o artistica inerente il tema del concorso, contenuto nelle tracce affidate alle rispettive scuole di appartenenza. Sono stati premiati i primi tre classificati per ogni sezione, mentre altri riconoscimenti sono stati riservati per gli elaborati ritenuti meritevoli. Tra i premiati della sezione artistica c’è stata anche Mariella Gentiluomo, felicissima insieme alla mamma Grazia Cosoleto e ai suoi splendidi compagni di classe, ai quali era stato assegnato il tema: “musica… armonia dell’universo”.
Mariella è una ragazza davvero speciale, che da tantissimi anni fa parte della famiglia allargata dell’Agape. Tra pochi mesi sarà estate, una stagione che attendiamo con ansia noi volontari per primi, per potere godere dell’affetto che questi ragazzi riescono a donarci nelle nostre giornate al mare insieme.
Ed è stata una piacevole sorpresa vedere che nell’opera realizzata da Mariella c’è anche un po’ di Agape: la fotografia che ha voluto inserire nel suo quadro la ritrae infatti abbracciata dalla cantante Alessandra Amoroso e si riferisce alla nostra partecipazione al Giubileo degli ammalati e delle persone disabili, nel giugno del 2016.
Ancora brava a Mariella e complimenti ai docenti ed ai ragazzi del liceo scientifico “E. Fermi”.






*Un ringraziamento particolare alla mamma di Mariella, che mi ha autorizzato a pubblicare le fotografie della premiazione.

mercoledì 1 maggio 2019

Quale festa



Il primo maggio non è una festa.
Non è la festa di chi deve chinare la testa ed umiliarsi perché in qualche modo ha una famiglia da mantenere.
Non è la festa di chi vede calpestata la propria dignità sull’altare del cinismo: «Se non ti vanno bene queste condizioni, puoi restare a casa. Là fuori ce ne sono migliaia pronti ad accettare ciò che tu rifiuti».
Non è la festa di chi ha dovuto barattare, rinunciare, adattarsi perché “questo è il sistema”.
Non è la festa di chi è sottopagato e dequalificato.
Non è la festa di chi viene sfruttato sedici ore al giorno ed è costretto a vivere in una tendopoli.
Non è la festa di chi ha rinunciato a vivere, divorato dalla depressione nella prigione di casa. Demotivato e spento, in attesa del niente che gli riempia le giornate.
Non è la festa di chi non voleva andare eppure gli è toccato di andare.
Non è la festa di chi voleva andare eppure è dovuto rimanere.
Non è la festa dei genitori che utilizzano pacchi come ponti per accorciare la distanza dai figli.
Non è la festa di chi non poteva rivendicare le più elementari condizioni di sicurezza e sul posto di lavoro ci ha rimesso la vita.
Non è la festa di chi, ricoprendo ruoli di responsabilità, non riesce ad offrire a molti giovani un’alternativa alla delinquenza.
Il primo maggio non è una festa.
Il primo maggio è un monito.