domenica 6 novembre 2011
Un'altra settimana di passione, forse l'ultima
Buona regola, oltre che misura di prudenza, è attenersi al vecchio e saggio consiglio del Trap: “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. In altre parole, non bisogna mai dare nulla per scontato. Soprattutto con “lui”. Ha già dimostrato ampiamente di avere una capacità di risollevarsi degna di Amintore Fanfani, il “rieccolo” di montanelliana memoria. D’altronde, viene spesso paragonato a “Ercolino sempre in piedi”, mitico pupazzo della Galbani che più lo atterravi e più si rialzava.
Comunque, pare che ormai sia cosa fatta. Questa potrebbe essere la settimana decisiva per scrivere la parola “fine” sulla fallimentare esperienza di governo iniziata nel 2008, con la più ampia maggioranza avuta da un governo repubblicano. Il vuoto creato attorno al presidente del consiglio è palpabile. In Italia e all’estero. Nel suo stesso schieramento, è un invito sempre più insistente a farsi da parte. E non solo tra i malpancisti, quella genia di parlamentari pronti a vendere la residua dignità per un posto da sottosegretario. “Responsabili” fino a quando hanno un tornaconto personale: una poltrona o la garanzia di una ricandidatura. Se anche Gianni Letta si è convinto che “così non si può andare avanti”, siamo ai titoli di coda. Non bastasse la fronda interna (con i vari Formigoni, Scajola e company attenti ai possibili movimenti tellurici del dopo Berlusconi), gli osservatori internazionali sono ancor più espliciti. Il titolo del Financial Times è eloquente: “In nome di Dio e dell’Italia, vattene”.
C’è quasi dell’eroismo nella resistenza opposta dal premier. O dell’irresponsabilità, dalla prospettiva opposta. Forse la consapevolezza che, una volta fuori dal bunker di Palazzo Chigi, molte giornate dovrà trascorrerle nelle aule dei tribunali.
Intanto, è un fuggi-fuggi generale. La maggioranza è un’anguilla che a tentare di bloccarla scappa da tutte le parti. Parlamentari dati in uscita sui quali il pressing di Denis Verdini e dello stesso premier non sembra più produrre effetto. Ma non definiamoli eroi. Tra coloro che ora vestono la maschera dei censori, la stragrande maggioranza è responsabile dello sfascio morale in cui si trova l’Italia. Sono quelli che hanno votato qualsiasi porcata e che si sono sfilati soltanto in questo decadente epilogo. E che con questa legge elettorale saranno rieletti. Difficile pensare che qualcuno sia disposto a fare cadere il governo e poi sparire dalla circolazione. I movimenti al centro sono frenetici ed è probabile che partiti di crinale come Udc ed Mpa diventeranno una lavanderia politica.
Fine di una storia, dunque. Con un rimpianto. Quello di non essere stati in grado di farcela da soli. Alla fine, dovremo ringraziare la comunità internazionale che ha provocato l’isolamento di Berlusconi, e Paolo Cirino Pomicino, il regista delle manovre che stanno sfilando uno ad uno i parlamentari pidiellini. Va a finire che moriremo davvero democristiani.
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2 commenti:
un'altra settimana di passione...speriamo sia l'ultima.
Caro Domenico, condivido tutto il tuo ragionamento,le tue perplessità e le tue speranze.Martedì potrebbe essere un giorno decisivo.Ma è anche vero che di giorni decisivi ce ne sono stati parecchi,forse troppi, nell'ultimo anno.
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