lunedì 5 dicembre 2011

5 dicembre 2011


A volte la vita è il primo piano di Enrico Ghezzi e le sue parole fuori sincrono. Mentre parli, mentre scrivi, mentre vivi, scorre altrove. Scorre altra. E non sei nemmeno quello che appari. È uno stadio successivo all’intuizione di Pirandello: siamo come gli altri ci vedono. No, non siamo neanche quello. Siamo in perenne lotta con l’immagine che gli altri hanno di noi. Ogni singolo individuo incarna il mistero della vita. E della morte. Consumiamo i nostri giorni affannandoci a capire qualcosa, di noi e degli altri. Inutilmente. Perché quando arriva il momento di capire, scopriamo la nostra inadeguatezza. Pietrificati, ci auguriamo soltanto che le lancette scorrano veloci, per non pensarci più.
Abbiamo combattuto la nostra fottutissima guerra per arrivare a questo punto. Per ritrovarci col cuore a pezzi e non poterlo neanche mostrare. Perché nessuno capirebbe. Ognuno dirà che è colpa dell’altro. Come se la vita sia questo. Non penso che sia così. E mi fa orrore ridurre tutto a una guerra che non avrà mai un vincitore, ma soltanto vittime più o meno consapevoli. L’orgoglio ferito è capace di qualsiasi cosa. Purtroppo.
Ragione e torto. Mi sono seduto dalla parte del torto perché gli altri posti erano già tutti occupati. Ma chi lo stabilisce qual è la parte del torto? E chi può sapere se ci è dato scegliercelo un posto? Ci si ritrova su una sedia. Aspettando che le lancette scorrano veloci. Perché domani arriverà presto. Ma niente potrà più essere come prima. Neanche la speranza.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sono vicino........!!!!!!!!Enzo Fedele.

Anonimo ha detto...

Caro fratello, ti capisco.

Sono seduto anche io su quella sedia, mio malgrado: si sta stretti...


M.

Anonimo ha detto...

Il posto, purtroppo, non lo scegliamo noi. Possiamo solo rimanere spiazzati, ogni volta, sempre di più, fino a non sentire nemmeno il dolore.
Mi hanno detto che ho tanta rabbia repressa da sfogare. Si sbagliano. Il mio è dolore represso. So che è lì, lo sento, ma faccio finta di non vederlo perché se lo lascio uscire non so cosa potrà rimanere di me, mi lacererà, disperderà quel che resta dei frantumi del mio cuore.
Non è colpa di nessuno. Si fanno delle scelte che nel bene o nel male portano con loro delle conseguenze. Cambia tutto a volte.
Non ci sono spiegazioni, solo prese di coscienza. E'la vita e può solo andar bene così...

Cirano ha detto...

meglio una parte....poi è la nostra coscienza che stabilisce quella giusta e quella sbagliata!

Blackswan ha detto...

E' difficile,Dome,riuscire a commentare parole così amare.Che sono quelle con le quali,prima o poi,tutti ci troviamo a fare i conti.Ho imparato che se nella vita cerchi il torto e la ragione combatti sempre contro i mulini a vento e sei destinato ad una sconfitta( alla fine si esce sempre sconfitti ) ancora più ingloriosa.Ma la dirittura morale e l'onestà intellettuale,in ogni frangente,ci tengono liberi.E questo,forse,è l'unico senso che possiamo dare ai nostri giorni.

Domenico ha detto...

Grazie a tutti e scusate se ogni tanto uso il blog per qualche sfogo o riflessione che capisco potrebbe anche non interessarvi.Ma è una terapia utile, che mi aiuta tanto.