Sostengo da tempo che tutti i giornali locali dovrebbero fare uno sforzo economico per assumere in redazione un giornalista che si occupi esclusivamente della supervisione dei contributi di giornalisti e collaboratori vari. Figura professionale che tra l’altro esiste e la cui importanza nell’economia di un giornale non va assolutamente sminuita. Sono innumerevoli i casi di giornalisti famosi che hanno iniziato come correttori di bozze. Partendo dal gradino più basso, Eugenio Balzan arrivò addirittura alla direzione amministrativa e alla comproprietà del “Corriere della Sera”, negli anni in cui il giornale di via Solferino era diretto da Luigi Albertini.
Ciò eviterebbe lo spettacolo che si presenta agli occhi dei lettori con la pubblicazione di strafalcioni ortografici e sintattici raccapriccianti e, francamente, inammissibili. Se poi il correttore di bozze fosse anche un discreto lettore di libri (dotato di un minimo di cultura generale) e un fruitore attento alle dinamiche e alle modalità della comunicazione sul web, il giornale farebbe bingo.
Quanto meno non incapperebbe nella figuraccia occorsa a Calabria Ora. Il giornale diretto da Piero Sansonetti, nell’edizione di oggi, ha infatti dedicato uno speciale di tre pagine (I Quaderni di Calabria Ora) ai novant’anni della “marcia su Roma”. A pagina 14, Quel che resta a 90 anni da quella marcia, articolo di Giuseppe Cantarano. A pagina 15, due interviste: la prima, di Marco Cribari, al presidente de “La Destra” Francesco Storace (“Negarla? È antistorico”); la seconda, di Camillo Giuliani, allo storico Giovanni De Luna (Fu vera rivolta solo nel ’25). Il capolavoro (si fa per dire) è però a pagina 16, interamente riservata alla ricostruzione della “marcia” (La capitale sotto tiro). Insospettito dalla mancanza della firma dell’autore in calce all’articolo, ho voluto prendermi la briga di fare una veloce verifica. Come sospettavo, l’articolo è tagliato/ copiato/ incollato dalla voce “marcia su Roma” presente su Wikipedia, “l’enciclopedia libera e collaborativa”, redatta sostanzialmente dagli internauti e cliccatissima sul web. Pezzi interi sono copiati e incollati, altri modificati soltanto nel raccordo tra un taglio e l’altro (l’articolo online è infatti più lungo di quello del quotidiano calabrese).
La deontologia, in questi casi, prevede la citazione della fonte e il virgolettato, ma per ragioni facilmente intuibili non “fa figo” citare Wikipedia, molto utilizzata (ahinoi) dagli studenti per le loro ricerche, ma sulla cui autorevolezza è bene non mettere la mano sul fuoco.
Il giornalismo copia-incolla è la metafora di un’epoca che ha messo sull’altare l’approssimazione, la superficialità e la strafottenza. Tempi tristi.
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2 commenti:
vergognoso il copia- incolla e vergognoso che non paghino nemmeno i giornalisti più dignitosi.
Ecco un parere autorevole che bilancia i precedenti interventi dell'autore e di Cirano.
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Wikipedia, Marx, Heine, Kant
– di Roberto Vacca, 5/11/2012
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Rileggendo INTELLECTUALS, (interessante libro di Paul Johnson), trovo l’asserzione che Marx avrebbe copiato la famosa frase “La religione è l’oppio dei popoli” dal poeta Heinrich Heine. La cosa mi incuriosisce per due ragioni: Heine è uno dei miei poeti preferiti e, poi, avevo tradotto quella frase in perengano la lingua da me inventata per “Perengana” il mio romanzo satirico sull’isola grande il doppio della Sicilia e simile all’Italia [“A relighion està a mariagiuvanna do demu”] (v. copertina riprodotta in calce).
Allora cerco “religione oppio popolo” su Wikipedia. Trovo la citazione di Marx da “Contributo alla critica della filosofia del diritto di Hegel” (1844) e la notizia che Marx aveva tratto la similitudine da una frase dell’Histoire de Juliette (1797) di de Sade o da Novalis (1798): “la religione funziona come un oppiaceo che calma il dolore dovuto alla debolezza”. Ma non menziona Heine. Cerco con Google e trovo la citazione di Heine: “Sia benvenuta la religione se versa nel calice amaro delle sofferenze umane gocce dolci e soporifiche di oppio spirituale e gocce di amore, speranza e fede” (1840).
Marx e Heine avevano fatto amicizia a Parigi nel 1843. Il poeta aveva dovuto lasciare la Germania perché alcuni suoi poemi contro le ingiustizie sociali avevano irritato i poteri costituiti. Pare che Heine, più vecchio di 20 anni e animato da forti convinzioni egalitarie e progressiste, abbia avuto un’influenza determinante sullo sviluppo culturale di Marx. Seguendo su Google un link dopo l’altro, trovo su www.svu2000.org/genealogy/umx-cs.pdf/ che la madre di Marx (Henrietta Pressburg) era cugina in terzo grado di Heine.
Trovo interessanti queste derivazioni e indago ancora. Il primo che abbia citato insieme oppio e religione, pare sia stato Immanuel Kant. Nelle sue “Riflessioni sull’educazione” (1780) aveva scritto:
“La religione, senza la coscienza morale, è un culto superstizioso ----- Per certe persone i canti di chiesa sono un oppio per la coscienza e un cuscino sul quale ci si può addormentare tranquillamente.”
Le connessioni e le resultanze che racconto non sono sconvolgenti, ma mi sembrano interessanti. Ho raccontato queste cose per mostrare come sia possibile giungere a notizie interessanti utilizzando Wikipedia e Google. Si vede bene che Google è uno strumento più potente perché ci fa entrare in reti piene di diramazioni. Seguendole, non c’è garanzia che arriveremo a traguardi interessanti e adatti a noi. Però siamo in una rete aperta e, a tratti, piena di contenuti ottimi. In Wikipedia, invece, troviamo solo quel che qualcuno ci ha messo. Ma siamo noi che ci mettiamo dentro quel che sappiamo. Quindi dovrei caricare su Wikipedia questi dati che ho trovato: non ne ho tanta voglia. Spero che qualcuno lo faccia per me. Però prometto che scriverò cose rilevanti di scienza e tecnica che ho trovato e le caricherò su Wikipedia. Intanto vegliamo e combattiamo contro l’eventuale strozzamento di Wikipedia da leggi restrittive che i politici italiani stanno discutendo in questi giorni.
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L'isola fantastica di Perengana
"scoperta" da Roberto Vacca
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http://2.bp.blogspot.com/-kzrQeo1NSTY/UJhYNyJuDMI/AAAAAAAAAb8/snRPGa4hd5s/s320/Perengana.jpg
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