Tempo fa mi è stata rivolta una domanda a bruciapelo: “è vero che l’Agape sta per morire?”. A me risultava che l’associazione stesse organizzando alcune iniziative per Natale, poi effettivamente realizzate. La domanda tocca però un nervo scoperto, quello delle difficoltà comuni a gran parte delle associazioni a Sant’Eufemia. Problemi di natura economica, con i costi per il mantenimento di una sede che sono ormai diventati insostenibili e che hanno costretto l’Agape a una scelta sofferta ma saggia: niente più sede “fissa”, almeno per il momento, e impiego delle entrate per lo svolgimento delle proprie attività. Ma anche la “crisi delle vocazioni” (all’Agape come al Terzo Millennio, alla Pro-Loco o a qualsiasi altra associazione) che obbliga sempre i soliti a tirare la carretta da anni o decenni perché il ricambio generazionale è pressoché inesistente, sostanzialmente fermo al “boom” registratosi all’inizio del nuovo millennio.
Un fenomeno molto frequente è infatti l’avvicinamento dei giovani all’associazionismo negli anni del liceo, mentre il passaggio all’università ne determina il distacco. Nuovi interessi, maggiori impegni, trasferimento nelle città delle sedi universitarie: a farne le spese è soprattutto il paese, sempre più povero di energie, intelligenze, freschezza e sempre più vecchio, abulico, prevedibile, immutabile. Ecco perché tutte le associazioni eufemiesi sono un patrimonio da salvaguardare. I segnali di vita della comunità provengono in massima parte da quegli ambienti.
Si fa quel che si può, con le forze che si hanno a disposizione. Nel 2012 l’Agape ha dovuto rinunciare alla tradizionale colonia estiva in favore dei disabili, ma tre matrimoni concentrati nel periodo in cui veniva solitamente svolta significano dodici braccia in meno e difficoltà organizzative insormontabili. All’attivo ci sono i progetti realizzati con l’amministrazione comunale per le aree “anziani”, “disabili” e “minori”, che saranno replicati anche nel 2013 per le aree “anziani” (assistenza domiciliare) e “disabili” (attività di affiancamento agli insegnanti di sostegno nelle scuole), e la collaborazione (confermata anche per l’anno scolastico in corso) con il liceo scientifico “Enrico Fermi” per la partecipazione al concorso “Scatti di valore”, ideato dal Centro servizi al volontariato dei Due Mari di Reggio Calabria per promuovere nelle scuole secondarie di secondo grado i valori del volontariato mediante una serie di attività (laboratori, esperienze di cittadinanza attiva, concorso fotografico “Scatti di valore. Sguardi sui valori del volontariato”). Accanto a queste attività e ai banchetti allestiti per la raccolta di fondi (l’azalea della ricerca per sostenere l’Airc nella lotta contro il cancro, in occasione della festa della mamma; i “kiwi for Kiwanis” per quella contro il tetano materno e del neonato), l’annuale pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo, l’organizzazione della “giornata del malato” e le iniziative di solidarietà a Pasqua e a Natale: le visite domiciliari agli anziani, il veglione e la tombolata di solidarietà, la tombolata presso la Residenza sanitaria assistenziale per anziani “Mons. Prof. Antonino Messina”.
Ovviamente si potrebbe fare di più e si potrebbe fare di meglio. Su questo non ci sono dubbi. Ma l’importante è fare qualcosa. Teresa Sarti Strada, cofondatrice di Emergency, soleva ripetere che “se ciascuno di noi facesse il suo pezzettino, ci troveremmo in un mondo più bello senza neanche accorgercene”. È questo il senso di tante vite, di tante belle storie.
domenica 13 gennaio 2013
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2 commenti:
Ma beati voi che avete ancora la fortuna di avere volontari che cercano di tirare avanti con molta buona volontà.
Qui da noi, il deserto su tutti i fronti...
Una sana vergogna!
Ciao, Nella! Resistiamo... anche su questo fronte
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