Molti ricorderanno la campagna partita da questo blog nel mese di gennaio del 2013, affinché l’amministrazione comunale commemorasse con i dovuti onori Nino Zucco, poliedrico artista eufemiese in contatto con i massimi esponenti della cultura calabrese nel Novecento: Francesco Cilea su tutti, ma anche Leonida Repaci, Corrado Alvaro, Raul Maria De Angelis, Alessandro Monteleone, Michele Guerrisi, Francesco Perri, Antonio Piromalli, Leopoldo Trieste. L’articolo suscitò gli interventi di Antonello Zucco e di monsignore Giorgio Costantino (rispettivamente figlio e nipote di Nino Zucco); quindi, su impulso del sindaco di Sant’Eufemia Domenico Creazzo, in breve tempo ci furono l’inaugurazione della Pinacoteca comunale (all’interno della quale una parete è oggi dedicata alle opere che il figlio di Zucco donò in quella circostanza) e l’organizzazione del convegno “Nino Zucco: pittore, scultore, scrittore, cantore della memoria eufemiese”.
Insomma, esiste un precedente incoraggiante. Per il calendario delle manifestazioni estive 2014 si potrebbe pensare a un’iniziativa di recupero della memoria storica, atteso che il prossimo 5 luglio ricorrerà il centenario della posa della prima pietra del palazzo municipale costruito dopo il terremoto del 1908 e inaugurato ufficialmente nel 1926, alla presenza del gerarca Maurizio Maraviglia.
Quella bella struttura architettonica è stata rasa al suolo una trentina d’anni fa, sostituita dall’attuale. E qui mi fermo, senza aggiungere altro, per carità di patria. È giunta però a noi l’epigrafe composta in quella solenne circostanza dallo storico eufemiese Vittorio Visalli:
Fin dagli oscuri tempi feudali/ madre di eletti ingegni e di forti lavoratori/ strenua ribelle contro la borbonica tirannia/ SANT’EUFEMIA D’ASPROMONTE/ sovvertita due volte dai moti convulsi della terra/ due volte risorse/ ed oggi/ per austera volontà di popolo/ per saviezza di amministratori/ per tenacia operosità del sindaco Pietro Pentimalli/ nel porre le fondamenta del suo civico palazzo/ celebra con sereni auspici un’aurora di vita novella/ e guarda fiduciosa a l’avvenire.
Sarebbe opera meritoria scolpire sul marmo le parole del più eminente storico del Risorgimento in Calabria e collocarle all’interno della sala del consiglio comunale, la sede più appropriata per perpetuare il ricordo del riscatto di un popolo ferito ma non domato dalla furia della natura, oltre che per onorare la grandezza di colui che le vergò.
E in quella stessa aula andrebbe anche collocata una riproduzione dell’epigrafe dedicata nel 1900 all’eufemiese Carlo Muscari, apostolo della libertà giustiziato in piazza del Mercato a Napoli, dopo la caduta della Repubblica partenopea, insieme ad altri quattordici patrioti calabresi. Sistemata in occasione del centenario dell’impiccagione di Muscari all’interno della casa comunale, allora situata nella “piazzetta”, la lapide originale andò distrutta dopo il terremoto del 1908, mentre la copia realizzata per il nuovo palazzo municipale andò persa con la demolizione dell’edificio negli anni Ottanta del secolo scorso:
Tradita la fede dei patti/ da bieca voluttà di tiranni/ CARLO MUSCARI/ milite della Repubblica Partenopea/ moriva strangolato a Napoli/ il 6 marzo 1800/ I cittadini eufemiesi dopo 100 anni/ a ricordo ed esempio.
La sede naturale per le due incisioni sarebbe, a mio avviso, la parete che si trova alle spalle della presidenza del consiglio comunale. Quello è il posto della storia di Sant’Eufemia d’Aspromonte. Una storia che sappia essere monito e guida per coloro che siedono o siederanno su quegli scranni.
*Sulla vicenda del ritrovamento dell’epigrafe scritta da Visalli nel 1914:
http://forgionedomenic.blogspot.it/2013/09/lepigrafe-di-visalli-lo-stupore-di-mico.html
**Per un profilo biografico di Carlo Muscari: Domenico Forgione, Il cavallo di Chiuminatto. Strade e storie di Sant’Eufemia d’Aspromonte, Nuove edizioni Barbaro, Delianuova (RC) 2013, pp. 116-120.
lunedì 24 marzo 2014
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