Sono stato di recente alla biblioteca comunale di Polistena. Fornitissima, in possesso di volumi dei quali neanche la biblioteca nazionale di Firenze è dotata. Un’eccellenza? La classica mosca bianca nel panorama desolante dei servizi culturali offerti a queste latitudini? Avremmo voluto che fosse così. Le condizioni ci sarebbero. E però.
C’è sempre un però nelle vicende concernenti quel che di buono la nostra terra potrebbe offrire. Un “però” che ho scoperto un paio di settimane fa, al momento della richiesta per la consultazione di due testi che l’OPAC (On-line Public Access Catalogue) indica in possesso della sola biblioteca di Polistena.
L’impatto è surreale. Si entra nei locali della biblioteca e la prima sensazione è di smarrimento. “Staranno effettuando un trasloco”, la mia prima considerazione. Dappertutto, scatoloni pieni di libri e oggetti del museo civico di Polistena, provvisoriamente sistemato nelle stanze della biblioteca (statue, mobili, reperti vari). Sommersa, la postazione dell’impiegata comunale: gentilissima e garbata, visibilmente dispiaciuta per la condizione in cui si trova ad operare.
Abbiamo cercato, insieme, i libri. Invano. Come cercare un ago in un pagliaio. Scaffali sovraffollati, oltre ogni logica. Due, tre file di libri accatastati, dei quali diventa difficile leggere il titolo, se non dopo averli tirati tutti fuori dalla loro sede. Libri per terra, fuori e dentro scatoloni pieni zeppi, privi di un numero di inventario o di una qualsiasi collocazione. Ricerca vana, dunque.
Non mi è rimasto altro da fare che lasciare il mio recapito telefonico, per cui sarò avvisato se e quando i due volumi saranno rintracciati.
Da quel che ho capito, biblioteca e museo civico dovrebbero essere trasferiti nel Palazzo Sigillò, appena (quando?) termineranno i lavori di restauro e la struttura diventerà il “Palazzo della Cultura” di Polistena. Fatto sta che, nell’attuale condizione, la biblioteca non ha alcuna utilità poiché un patrimonio librario (circa 60.000 volumi, con un’eccellente sezione “Calabria”) ed emerotecario equiparabile, per certi versi, a quello della biblioteca “Pietro De Nava” di Reggio o alla “Domenico Topa” di Palmi, nel “buco” in cui si trova non è di fatto fruibile. Un vero peccato.
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5 commenti:
Anch'io ho avuto lo stesso impatto, nonostante la bravura e la disponibilità del dott. Russo, quei tesori rimangono in fondo al mare.
Io non ho capito quanta lunga sarà questa sistemazione "provvisoria". Si sa che, in Italia (non solo in Calabria), il provvisorio diventa spesso eterno. Hai ragione, è un tesoro sommerso.
Anche io pochi giorni fa sono stato nella stessa biblioteca. Dopo aver dribblato busti in gesso di diversi personaggi storici per riuscire ad entrare, sono rimasto colpito sia dalla ricchezza di volumi di cui dispone sia dal pochissimo spazio in cui sono ammassati. Un'altra cosa che mi ha positivamente sorpreso è stata l'affluenza di persone: sono stato lì un'oretta e sono arrivati più o meno dieci giovani in cerca di libri. Speriamo che trovino presto una sistemazione definitiva, perché nello stato in cui è ora la biblioteca c'è un grave rischio che molti volumi vadano perduti o che si rovinino.
Mario C.
Per non parlare di come sono ammassate le collezioni dei quotidiani!
Ovviamente, qua si sta facendo un discorso sulla fruibilità del patrimonio della biblioteca. Sulla cortesia e sulla disponibilità del dott. Russo e dei suoi collaboratori non c'è niente da eccepire.
Domenico , ordien o disordine , voi una biblioteca l'avete!
Noi grandi cittadini aspettiamo ancora che la riaprano per lavori in corso....
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